La strategic litigation applicata alla RWM?

02.07.2020

PROPOSTA DI CAUSA CIVILE ALLA RWM - DUE INCONTRI CON L'AVVOCATO LUCA SALTALAMACCHIA

I disarmisti esigenti hanno organizzato due incontri digitali con l'avvocato Luca Saltalamacchia:

Lunedi 25 maggio 2020 - dalle ore 18 alle ore 21.00

Giovedì 4 giugno 2020 - dalle ore 18 alle ore 21.00

Scrivere per info a: alfiononuke@gmail.com

Nota bene (da parte di Alfonso Navarra- Disarmisti esigenti - cell. 340-0736871):

Hanno partecipato anche esponenti del Comitato per la riconversione della RWM ed avvocati che hanno già intentato cause all'azienda di natura penale ed amministrativa


NO ARSENALI SI OSPEDALI (si vada su: https://www.petizioni.com/no_arsenali_si_ospedali) si e' incontrata, lunedi 25 maggio, con l'avvocato Luca Saltalamacchia, raccomandatoci da Alex Zanotelli. Abbiamo esaminato, nello specifico, la proposta di intentare una causa civile alla RWM anche allo scopo di sollevare a livello costituzionale il problema del commercio delle armi.

Si e' favorevoli a sperimentare anche in Italia, su un caso concreto ritenuto con le caratteristiche giuste per arrivare al successo, lo strumento innovativo e di provata efficacia in tanti casi esteri della "STRATEGIC LITIGATION", una tecnica giuridica che consiste nell'individuare processi esemplari che si prestano ad essere portati a corti superiori in modo che si possano modificare norme ampliando i diritti.

L'incontro e' stato reiterato il 4 giugno e la discussione ha poi portato all'individuazione della commessa delle FREMM all'Egitto come punto di appiglio della sperimentazione della nuova strategia giuridica.

Cosa è la strategic litigation - di Luca Saltalamacchia (intervento del 25 maggio 2020)

Riguardo alla problematica dei danni - già esistenti o soltanto potenziali - al vivere pacifico in un ordinamento che assicuri la giustizia tra le Nazioni (art. 11 della Costituzione italiana), una strategia molto poco usata in Italia, ma che è molto utilizzata negli altri Stati, in modo particolare per gli attentati alla salute e all'ambiente, è quella del ricorso al Giudice civile ordinario.

Eppure, parliamo di diritti fondamentali dell'individuo, che dovrebbero trovare nel Giudice civile l'alveo giuridico naturale per la loro tutela.

Nel nostro paese la gran parte dei contenziosi che riguardano l'ambiente vengono celebrati dinanzi alla Magistratura amministrativa (ed hanno ad oggetto l'impugnazione di singoli atti amministrativi) o nell'ambito dei processi penali (nei quali si tenta di far valere la responsabilità penale di chi ha commesso specifici reati).

Non sempre però la Magistratura amministrativa nell'affrontare le questione sottoposte ha dimostrato la dovuta sensibilità, trincerandosi spesso dietro soluzioni formalistiche e di tutela delle grandi imprese e delle amministrazioni pubbliche.

La Magistratura penale è, per contro, spesso bloccata dalle regole complesse di accertamento della responsabilità penale, spesso disegnate per garantire l'impunità dei colpevoli (p.e. la prescrizione).

Mediante il ricorso all'autorità ordinaria civile si possono chiedere al Giudice diversi provvedimenti, quali la sospensione cautelativa di progetti che hanno impatti sulla salute o sull'ambiente, il risarcimento dei danni già cagionati, la bonifica dei siti già inquinati, per cui in caso di disastri ambientali una strategia efficace può essere quella di attivare il contenzioso a più livelli (p.e., denuncia penale ed autonoma azione civile).

Per una fabbrica d'armi che viola la legge 185 una sentenza del giudice potrebbe ad esempio inibire la vendita.

Nel 2017 ho introdotto dinanzi al Tribunale civile di Milano una causa che non ha precedenti: il mio cliente era una intera comunità indigena nigeriana (la comunità di Ikebiri) che ha in giudizio contro ENI e la sua controllata nigeriana (NAOC). Con questo processo, per la prima volta si sono trattati argomenti nuovi, quali la legittimazione ad agire di una comunità indigena in Italia e la responsabilità di una società controllante per danni ambientali posti in essere dalla controllata.

Il giudizio si è poi concluso per effetto di una transazione.

Grazie a questa esperienza, sono entrato in rete con altri avvocati ambientalisti europei che da anni ricorrono al Giudice ordinario ed ho avuto contezza del fatto che in tantissimi Stati sono partiti giudizi contro enti pubblici (Stati, comuni) e contro imprese in merito al clima.

Concetti di danno climatico, responsabilità climatica e diritto al clima aspetti dello stesso tema di fondo: quello del diritto di ciascun individuo (e delle collettività) ad essere tutelato dalla conseguenze del cambiamento climatico e, quindi, di pretendere una politica climatica efficace.

Analogamente per il diritto alla pace si dovrebbe perseguire, anche per via giudiziaria, una tutela attraverso politiche degli esteri e della difesa conformi all'articolo 11 della Costituzione.

In definitiva, ritengo che il ricorso al giudice civile, grazie alla sua elasticità, possa costituire un rimedio efficace per ottenere, come per la salvaguardia dell'ambiente e del diritto alla salute, la tutela del diritto alla pace; e che vada incentivato il contenzioso che contempli la prospettiva del diritto alla pace e - conseguentemente - della violazione delle normative come la legge sul commercio delle armi, anche perché - qualora non portasse a risultati positivi in Italia - potrebbe sfociare in azioni dinanzi alla Corte Europea dei Diritti Umani ed alla Corte di Giustizia UE.


La riconversione della RWM

RWM, le associazioni attendono il verdetto del Tar con un sit in davanti il Tribunale (24 giugno 2020)

Il nostro ricorso è articolato in quattordici punti - spiega Graziano Bullegas, referente di Italia Nostra - Abbiamo sempre chiesto che i lavori di ampliamento fossero considerati nel complesso e sottoposti, tutti insieme e non parzialmente, a valutazione di impatto ambientale. I lavori sono comunque andati avanti. E il paesaggio sta già cambiando". C'è poi il versante antimilitarista della protesta: è quello che sollecita lo stop per una questione "etica". Le associazioni temono che ampliamento significhi aumento delle esportazioni di bombe. Oltre a Italia Nostra, il ricorso è stato sottoscritto dal Comitato riconversione Rwm, Usb, Arci, Centro sperimentazione autosviluppo, Legambiente, Assotziu consumadoris. Ma la battaglia è sostenuta anche da altre associazioni e movimenti come Cagliari social forum e Cobas.Sit-in delle associazioni pacifiste, antimilitariste e ambientaliste davanti al Tar di Cagliari in attesa della sentenza che deciderà la sorte degli ampliamenti della fabbrica di bombe della tedesca Rwm nei territori di Domusnovas.

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IL COMITATO PER LA RICONVERSIONE DELLA RWM

Il Comitato Riconversione RWM per la pace ed il lavoro sostenibile si è costituito il 15 maggio 2017 ad Iglesias ed è attualmente composto da oltre 20 aggregazioni locali, nazionali ed internazionali accomunate dallo scopo di promuovere la riconversione al civile di tutti i posti di lavoro dello stabilimento RWM sito tra i territori di Iglesias e Domusnovas, nell'ottica di uno sviluppo del territorio che sia pacifico e sostenibile dal punto di vista ambientale e sociale e come segno di volontà di pace dal basso, che possa costituire uno stimolo alla cittadinanza attiva e alla politica nei vari territori nazionali e internazionali, necessario in questo clima di "guerra mondiale a pezzi"
Come più volte riportato dalla stampa e documentato da numerose indagini, nello stabilimento suddetto, a pochi chilometri dai due centri abitati, vengono prodotte bombe come la Mk82, tristemente nota per essere usata dall'Arabia Saudita nella guerra in Yemen, che ha provocato quella che è stata definita dall'ONU "la più grave catastrofe umanitaria mondiale dal 1946 ad oggi".
La produzione di armi in Italia è regolata dalla L.185/90 che vieta la vendita di armi a paesi in conflitto e prevede che ogni partita di armamenti che parta o transiti dal nostro Paese debba essere autorizzata dal Ministro degli Esteri ma, a fronte di norme così restrittive, si registra dal 2015 al 2016 un aumento di ordinativi pari al 85%, perlopiù diretti a paesi del cosiddetto MENA (Medio Oriente + Nord Africa).
Dal 2017 sono oltre 20 le richieste di autorizzazione edilizia trasmesse dalla RWM al Comune di Iglesias per la realizzazione di: un Campo Prove per testate di scoppio, nuovi reparti di produzione, l'allestimento di un capannone nella zona industriale di Sa Stoia per lo stoccaggio di materiali infiammabili ed altro. La fabbrica, contrariamente a quanto si potrebbe pensare, è in piena espansione,
Da evidenziare che i 2/3 dello stabilimento, così come l'area relativa alla richiesta di ampliamento, si trovano nell'isola amministrativa iglesiente detta "San Marco" che, a fronte della sua importanza naturalistica, archeologica (Tempio nuragico-fenicio-punico di Matzanni) e turistica, incuneata come è tra i comuni di Domusnovas, Siliqua, Musei e Vallermosa, alle porte del Parco Regionale del Marganai-Linas-Oridda, non è stata classificata nell'ultimo Piano Regolatore Generale e dunque risulta zona "bianca".
Il 19 luglio 2017, su proposta del comitato, il Consiglio Comunale di Iglesias ha votato all'unanimità un ordine del giorno che dichiara Iglesias città della Pace e della Solidarietà ed esprime la contrarietà della Città alla produzione di ordigni di guerra nel suo territorio con la contemporanea ferma volontà di salvaguardare in ogni modo sostenibile la piena occupazione di tutti i lavoratori dello stabilimento RWM Italia s.p.a. -

INFORMAZIONI: 

346 127 5482 -   www.pacelavorosviluppo.it

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