BAN THE BOMB

Covid-19, un'occasione da non perdere per cambiare: abolizione subito degli armamenti atomici. 

Una strada possibile: il referendum mondiale


di Adriano Ciccioni



Dopo il testo dell'articolo del coordinatore di "Ban the Bomb' trovate i seguenti pezzi:

1) la SPD chiede il ritiro delle atomiche USA dalla Germania

2) Turi Vaccaro liberato: una buona notizia per Pasqua

3) Buchel, la nuova Comiso per i piani di guerra nucleare limitata in Europa


Lo dicono in molti, viene sottolineato da filosofi, politici, giornalisti, esperti ed anche no.
Il virus che ci sta massacrando fornisce a tutti uno speaker's corner per dispensare la propria interpretazione di quello che sarà il futuro prossimo venturo del pianeta.
Ammettendo quindi che un futuro arrida più o meno ad "homo sapiens" (non é scritto da nessuna parte ed anzi tanti sono i segnali che l'unico rifugio di cui disponiamo stia tirando gli ultimi), vorrei segnalare come anche i più giovani che pure hanno còlto l'urgenza di contrastare l'emergenza climatica non sembrino trarre dagli avvenimenti che stiamo vivendo la "morale" obbligata.
E cioé che, delle tante scelte sbagliate che il nostro genere sta inanellando negli indirizzi socio-economici perseguiti negli ultimi due secoli, ve n'é uno la cui stupidità concettuale è andata crescendo oltre la soglia del tollerabile: il militarismo al tempo della bomba atomica. Azzardiamo una conclusione basata su fatti accertati: se al tempo dei Romani l'esortazione "estote parati" aveva una parvenza di ragionevolezza a causa della contenuta capacità offensiva degli armamenti (sempre letali ma di impiego nel mero contrasto ravvicinato), a partire dal '45 la tecnologia ha sgombrato il campo da ogni equivoco rendendo possibile colpire l'avversario nell'altra parte del mondo con i missili intercontinentali ma anche, per contro, rendendo assolutamente inconsistente ogni ipotesi di sconfiggerlo assicurando invece la certezza della distruzione reciproca. A corredo di quanto sopra, ecco l'elenco dei danni collaterali che ne derivano:

1) le risorse comunque investite in armamenti nel 2019 nel mondo, anche ove non venissero mai impiegate sul campo di battaglia, hanno già sottratto la cifra stratosferica di 1.822.000 milioni di dollari prefigurando strage di milioni di malati per carenza di ospedali, milioni di morti per fame e miliardi di disadattati per mancanza di scuole.
2) anche qualora non si affaccino sul proscenio mondiale dittatori fuori di testa alla Kim Jong-un, la guerra atomica può scatenarsi per errore ogni giorno dell'anno come già avvenuto negli anni 70-80 tra Usa e URSS quando, grazie al Colonnello Stanislav Petrov che seppe riconoscere la disfunzione del sistema di controllo missili e non schiacciò il bottone rosso della ritorsione, risparmiandoci la fine del mondo e quella del genere umano. Ma ci furono altre due occasioni con militari americani coinvolti. Ma se non ci fosse un eroe la prossima volta ?
Gli eserciti, quindi, e l'intero compound industriale/militare che sta dietro COSTITUISCONO IL PROBLEMA DA AFFRONTARE E CANCELLARE PRENDENDO ATTO CHE TUTTI GLI ALTRI SONO RISOLVIBILI CON LE RISORSE RITROVATE E RESTITUITE ALL'UMANITA': NON VI SONO ALTRE STRADE, NON C'E' ALTERNATIVA.
L'eliminazione delle bombe é il presupposto della rinascita/ripartenza di cui si sproloquia perché, come un tumore va estirpato con il bisturi, così la res militare va enucleata con il bisturi democratico del

Referendum mondiale per l'abolizione degli armamenti atomici


Dobbiamo rendere praticabile l'opzione che l'ONU ha già deliberato il 7.7.17 con il documento sottoscritto da 122 Paesi ma contrastato da Usa, Russia, Cina, Francia, Germania, Gran Bretagna, Israele, Pakistan, India e Korea del Nord che dispongono di 13.660 bombe atomiche, 250 kg di esplosivo sulla testa di cadaun vivente.

Chi è disponibile ad impegnarsi faccia conoscere la sua disponibilità. Le piattaforme operative ci sarebbero, necessita la fase operativa..

Per contatti andare sulla pagina Facebook: 

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La Spd: «Via le bombe atomiche Usa dalla Germania»

Nucleare. Residuo disumano della Guerra fredda e in mano ad un Trump imprevedibile». La richiesta esplode nella Grande Coalizione

Protesta contro il nucleare in Germania

© da "Il manifesto" - quotidiano comunista

Sebastiano CanettaIl Manifesto BERLINO

EDIZIONE DEL10.05.2020


«Non aumentano la nostra sicurezza, è giunto il momento di ritirarle» tuonano i vertici della Spd, riaprendo così il ventennale dibattito sull'arsenale nucleare Nato custodito nelle basi tedesche. Nettamente contrari democristiani e liberali, secondo cui la proposta è rispettivamente «naïf» e «farebbe rivoltare nella tomba l'ex canceliere Helmut Schmidt». Ma tra gli oppositori eccellenti spicca soprattutto la «destra» socialdemocratica: dal ministro degli esteri Heiko Maas, poco incline a «passi unilaterali o percorsi solo tedeschi», all'ex segretario Sigmar Gabriel, ora presidente del think-tank filo-americano «Atlantik Brücke» e membro della "Trilateral".

«La condivisione delle bombe nucleari è un'eredità della Guerra fredda. Purtroppo, con la fine del conflitto il disarmo è stato temporaneo e insufficiente. Per questo ora dobbiamo rimediare: per l'eccessivo numero di armi e per le mutate considerazioni sul loro utilizzo. Nel 2018 Donald Trump ha riformato la dottrina nucleare Usa e oggi quasi due trilioni di dollari vengono spesi globalmente per il riarmo. Non sarebbe meglio utilizzarli per combattere la pandemia e ricostruire l'economia? Chi è oggi il nemico dell'umanità?» chiede il capogruppo Spd, Rolf Mützenich, tra i leader della sinistra del partito.

Mentre il co-segretario Norbert Walter-Borjans, rincara non poco la dose: «Ho preso una netta posizione contro lo stoccaggio delle atomiche in Germania. Sono armi disumane e per di più nelle mani di un imprevedibile presidente statunitense».

Problema atomico per la Grande Coalizione: il no alle bombe Usa porta con sé anche il veto della Spd a rimpiazzare i vecchi bombardieri Tornado: gli unici aerei della Luftwaffe con capacità atomica.
Non a caso la prima a saltare sulla sedia è Annegret Kramp-Karrenbauer, segretaria Cdu e ministra della Difesa: «Chi vuole rinunciare a queste armi indebolisce la nostra sicurezza. Finché ci saranno Stati nucleari al di fuori dalla nostra comunità di valori avremo sempre bisogno di una forte posizione negoziale». Tuttavia, in punta di diritto, la proposta Spd è ancorata più che saldamente.

L'articolo 3 del «Trattato Due più Quattro» sulla riunificazione tedesca (patrimonio documentale dell'Unesco) del 15 marzo 1991 stabilisce che la Bundesrepublik «rinuncia alla produzione, possesso e controllo di armi nucleari, biologiche e chimiche».

Da qui la dismissione - già dal giugno seguente - dell'arsenale atomico sotterrato nelle basi russe nella ex Ddr, come previsto dall'accordo tra Bonn e Berlino controfirmato da Usa, Russia, Francia e Regno Unito.

Cinque anni dopo la Corte di Giustizia de L'Aia sancisce che sia l'impiego che la minaccia di utilizzo di armi nucleari sono contrarie al diritto internazionale; anche se «dimentica» di bandirle in caso di «difesa da minaccia estrema». È il cavillo che oggi consente a Washington di mantenere gli ordigni nei bunker degli aeroporti militari in Germania come in Italia, Belgio, Paesi Bassi e Turchia. Come rivelano i cablo riservati dell'ambasciata Usa a Berlino (diffusi da Wikileaks) attualmente nella base aerea di Büchel in Renania-Palatinato risultano stoccate 20 bombe atomiche modello "B61".

Munizioni molto poco segrete. Già nel 2009 l'ex ministro degli esteri Frank-Walter Steinmeier - attuale presidente della Repubblica - chiese ufficialmente il ritiro totale delle bombe americane dal suolo tedesco. All'epoca era d'accordo perfino il liberale Guido Westerwelle. Ma non la cancelliera Angela Merkel che in nome del multilateralismo impose di incardinare qualunque negoziato sulla porta della Nato. Poco importa se lo stallo imposto da «Mutti» nel 2010 è costato al governo federale la denuncia al tribunale distrettuale di Berlino dell'attivista per la pace Elke Koller. Ancora meno che l'anno dopo il Bundestag abbia stabilito, a larga maggioranza, che Berlino deve continuare a «sostenere con decisione con l'alleato Usa il ritiro delle sue armi nucleari».

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Turi Vaccaro libero: una buona notizia per Pasqua

Turi Vaccaro ha lasciato il 15 aprile pomeriggio (anno 2020) il carcere Pagliarelli di Palermo dopo 21 mesi, per fine pena anticipata.

Il pacifista nonviolento stava scontando una pena per una azione contro il MUOS di insceni. Turi ha sempre rifiutato ogni forma di clemenza e non ha voluto che si chiedesse la grazia.

Nelle prime dichiarazioni rilasciate all'uscita dal carcere Turi ha raccontato di aver digiunato, di essere stato tenuto isolato dagli altri detenuti perché non facesse proselitismo e di essere sicuro di tornare in galera presto a causa di altri processi di questo tipo che ha pendenti.

Turi Vaccaro, appartenente ai Ploughshares, è sin dai tempi dell'opposizione contro gli euromissili (Comiso...), un coerente militante pacifista nonviolento, visionario e estremo che con le sue azioni esemplari ha messo più volte in risalto situazioni di violenza e ingiustizia.

Qui di seguito una comunicazione di Alfonso Navarra

Alle firmatarie e ai firmatari della petizione

"SOLIDARIETA' CON TURI NO MUOS"

ma non solo a loro!

https://www.petizioni.com/solidarieta_con_turi_no_muosApre in una nuova finestra

Specialmente in questo critico e deprimente periodo pasquale attraversato dalla tempesta coronavirus, e' molto bella questa notizia della scarcerazione di Turi Vaccaro dopo 21 mesi di reclusione al Pagliarelli di Palermo; e per la verità si tratta di un evento inaspettato anche per tutti coloro (incluso il sottoscritto) che hanno tentato in qualche modo di seguire il suo intricato e irrisolto ginepraio giudiziario.

Ecco il primo video, giratomi da Francesco Lo Cascio, e realizzato da Andrea Coco, della riconquistata libertà di Turi:

https://youtu.be/ZmiITBsRxbg  Apre in una nuova finestra

Vi sono ora per Turi, per quanto riesco a capire della sua situazione, parlandone con gli amici siciliani che più lo hanno supportato, il già citato Francesco Lo Cascio e l'avvocato Luigi Cinquerrui, almeno due grossi problemi pratici da affrontare subito:

- dove andrà a vivere in questi giorni: a Palermo? a Comiso dalle parti della Verde Vigna? alla Comunità dell'Arca di Belpasso? al presidio di Niscemi o nelle sue vicinanze? (Va anche tenuto presente che al momento dallo stretto di Messina non si passa!)

- a quali avvocati affidera' i vecchi e i prossimi processi in arrivo: ai palermitani di Antigone? a quelli che seguono il movimento di Niscemi?

A voi che a Turi un po' volete bene e che avete firmato a suo tempo la petizione in sua solidarietà resta comunque, per fargli veramente piacere, ma anche e soprattutto per essere coerenti - credo - con gli ideali ecopacifisti in cui credete, la responsabilità di sostenere la resistenza contro il MUOS di Niscemi, la militarizzazione, le guerre.

Cosi scrivevamo allora nella petizione:

"Noi siamo tra quelli che ritengono ingiusta e sostanzialmente illegale la permanenza del MUOS ed abbiamo l'impressione che questa sia l'opinione maggioritaria del popolo italiano, sicuramente del popolo siciliano.

(La stessa Regione Sicilia c'è stato un momento che aveva negato l'autorizzazione per l'opera).

Anche la forza centrale del governo in carica, se non ha cambiato parere, ha sempre dichiarato la sua netta opposizione alla struttura militare in questione.

Possiamo e dobbiamo considerare ancora aperta la "battaglia" per revocare e smantellare una pericolosa struttura programmata per piattaforme di arma dal carattere offensivo: c'è, ad esempio, il principio di precauzione violato e pensiamo di adire, con altri soggetti disponibili, la corte europea dei diritti dell'uomo per farlo rispettare".

Una "battaglia" per il disarmo che chi vi scrive - chiedendo ovviamente la vostra condivisione - considera inestricabilmente connessa con la conversione ecologica.

Nella rivista "IL SOLE DI PARIGI" (la si può scaricare gratis andando su www.ilsolediparigi.it , sito diretto da Giuseppe Farinella) l'editoriale da me scritto in qualità di direttore (e che mi perdonerete se vi segnalo) parla di come dobbiamo uscire dalle guerre in cui siamo già coinvolti a causa del vecchio modello energetico fossile cui aderiamo; e a causa della collocazione del nostro Paese nella divisione del lavoro (sporco) per lo sfruttamento neocoloniale del Sud del mondo a partire da quello che si trova di fronte al balcone di casa (ad esempio il caos libico).

Turi Vaccaro e' letteralmente e propriamente, per stile di vita ispirato a Thoreau, un "uomo dei boschi". Nulla di più spontaneo e autentico per lui che essere testimone della "terrestrita'" (il senso di appartenenza alla Madre Terra), pilastro della cultura della pace e della nonviolenza .

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Spese per eserciti e armamenti, nuova guerra fredda e preparazione della guerra nucleare in Europa: Buchel la nuova Comiso. 

da parte di redazione dei Disarmisti esigenti - www.disarmistiesigenti.org

Per gli eserciti e gli armamenti si spende oggi nel mondo quanto non mai

Le cifre che ci fornisce lo Stockholm International Peace Research Institute (SIPRI) sull'aumento odierno delle spese militari - oltre i livelli già stratosferici della guerra fredda tra USA e URSS -risultano ancora più indigeste se si pensa a quante risorse sono sottratte al contrasto della pandemia da Sarscov2 e delle sue devastanti conseguenze sociali, in particolare aumento della disoccupazione e della povertà.

(Per scaricare il rapporto SIPRI: https://www.sipri.org/media/press-release/2020/global-military-expenditure-sees-largest-annual-increase-decade-says-sipri-reaching-1917-billion).

La spesa militare mondiale, secondo il SIPRI, ha quasi raggiunto i 2.000 miliardi di dollari (1.917) ed in un anno e' cresciuta del 3,6% in termini reali. E' il 2,2% del Prodotto lordo del pianeta.

Nel 1989, l'anno del crollo del muro di Berlino, le spese globali (a prezzi e tassi di cambio resi costanti al 2018) furono 1.516 miliardi e toccarono un minimo di 1.054 miliardi nel 1998.

Gli USA fanno da traino nella nuova corsa agli armamenti che, con un aumento del 5,3% rispetto all'anno precedente, tocca nel 2019 732 miliardi solo come budget del Pentagono. Ma vanno aggiunte altre voci di carattere militare: per le pensioni dei veterani ci sono 217 miliardi, per le 17 agenzie dell'Intelligence 80 miliardi (la punta di un iceberg perché non sono considerate le operazioni segrete), per il Dipartimento per la sicurezza della patria 70 miliardi e per il DOE - Dipartimento dell'energia - 24 nel mantenimento e ammodernamento dell'arsenale nucleare.

Per gli USA possiamo quindi calcolare 1.000 miliardi circa.

La spesa militare della Russia e' di 65 miliardi nel 2019, quindi 11 volte inferiore a quella USA. Per la Cina il SIPRI stima 261 miliardi (Pechino dichiara ufficialmente 180). Da Stoccolma viene fatto notare che per la prima volta tra i tre Paesi che spendono di più in affari militari ci sono Cina e India. Questa ultima ha investito 71,1 miliardi (più 6,8%). Se si aggiungono le spese di Giappone (47,6 miliardi), Corea del Sud (43,9) e dei Paesi del Sud est asiatico (40,5) si arriva a un totale di circa 465 miliardi solo in Asia. La quale, considerata anche la presenza americana (si ricordi la crisi nucleare con la Corea del Nord) costituisce l'area continentale del Pacifico al centro degli interessi della contesa geopolitica.

La spesa militare della NATO che il SIPRI indica in 1.035 miliardi in realtà e' piu' alta e viaggia sui 1.500 miliardi. Tra i Paesi europei della NATO sono in testa Francia, Germania e Regno Unito con circa 50 miliardi ciascuno. Al vertice di Londra e' stato deciso un aumento di 400 miliardi nei prossimi anni.

La spesa militare dell'Italia e' al 12esimo posto mondiale con quasi 27 miliardi di dollari (26,8) nel 2019. Sono 72 milioni di euro al giorno ma dovrà arrivare a 100 grazie al famoso impegno NATO del 2% del PIL.

L'aggancio ai programmi NATO comporta meccanismi automatici di aumento di spesa (munizioni sofisticate, capacita' spaziali...).

Questo succede mentre il nostro Paese paga il prezzo dei tagli alla spesa sanitaria degli ultimi 10 anni: 37 miliardi , secondo la Fondazione GIMBE.

(Si vada su: https://www.gimbe.org/pagine/1229/it/report-72019-il-definanziamento-20102019-del-ssn)

Nel 2019 l'Italia ha continuato ad aumentare la spesa militare (+ 0,8%) e lo farà anche nel 2020, in cui toccherà l'1,6% del PIL.

La pandemia esigerebbe cooperazione internazionale ed invece si lancia una nuova guerra fredda. L'Italia chiamata a confermare il suo arruolamento nel blocco occidentale

Invece di far fronte ad un nemico comune dell'umanità viene, nella logica della competizione di potenza, lanciata una nuova guerra fredda contro la Cina, scatenata con il pretesto delle responsabilità cinesi nella pandemia, e ci sono forti pressioni per schierarsi: vedi intervista al capo del COPASIR Raffaele Volpi sul Corsera del 5 maggio 2020: "L'Italia scelga: e' in gioco il patto con gli Stati Uniti".

Volpi sottolinea: "Dobbiamo decidere con chi stare, non possiamo stare in mezzo a due superpotenze, occorre una pianificazione strategica".

Sul banco degli imputati e' l'adesione italiana alla "Via della Seta", ma anche l'apertura a Huawei (ed eventualmente a Zte) per l'infrastrutturazione del 5G.

Volpi spiega: "(I cinesi) stanno sfruttando la crisi per cercare di acquisire asset strategici di ogni Paese. Fanno affari, non guerre, hanno una precisa strategia. (...) Dobbiamo lasciare stare Huawei: vale la pena consegnarsi a qualcuno per 600 0 700 milioni, quanto costa l'infrastrutturazione del Paese? L'Italia deve fare una scelta strategica definitiva".

Per rendere più convincenti i consigli di mantenere l'allineamento al blocco occidentale arriva la commessa USA di 759 milioni di dollari a Fincantieri sulle FREMM.

(Si veda su il Sole 24 Ore: Fincantieri vince la gara Usa per le nuove fregate, cliccando su: https://www.ilsole24ore.com/art/fincantieri-vince-gara-usa-le-nuove-fregate-ffgx-ADQEwsN).

Scrive Celestina Dominelli: "La Marina USA prevede di costruire 20 navi nell'ambito del programma futuro di fregate. Fincantieri realizzerà una variante customizzata della Fremm in Wisconsin presso il suo cantiere navale Marinette".

Si può immaginare che schierarsi significa rispettare il completamento del programma di acquisto degli F35, i cacciabombardieri con capacita nucleari prodotti dalla Lockheed Martin. Ne sono stati finora ordinati 55 sui 90 preventivati.

Solo alcuni senatori dei 5 Stelle resistono all'acquiescenza generale del Parlamento: si veda l'interrogazione su: https://www.senato.it/japp/bgt/showdoc/frame.jsp?tipodoc=Resaula&leg=18&id=1150266&part=doc_dc-allegatob_ab

Della vicenda riferisce nei dettagli Giacomo Salvini in un articolo pubblicato su il Fatto Quotidiano del 28 aprile 2020. Titolo: "Balzo della spesa militare. Offensiva 5 Stelle sugli F35".

Il giornalista attacca osservando: "Sebbene dal 2010 ad oggi la spesa militare italiana sia diminuita dell'11%, un dato inequivocabile resta: dopo la stagione del rigore, tutti i governi dal 2015 in poi hanno aumentato il budget della Difesa per accontentare in primis gli Stati Uniti".

E poi ricostruisce: "(Dopo l'incontro tra Giuseppe Conte e Mike Pompeo a inizio ottobre a Palazzo Chigi - ndr) era esplosa la polemica in Parlamento, con i grillini da sempre contrari all'acquisto dei caccia (confermato dal premier - ndr). A novembre il ministro della Difesa Lorenzo Guerini ha fatto partire la cosiddetta "fase 2", ordinando altri 27 aerei da caccia per avvicinarsi alla flotta dei 90 previsti. Costo? 14 miliardi totali (di cui 4 iniziali già spesi) con una media di 135 milioni ad aereo. Dopo i 28 ordinati dal ministro Roberta Pinotti, Elisabetta Trenta (governo gialloverde) aveva congelato i nuovi acquisti fino all'insediamento di Guerini: la "fase tre" prevede l'acquisto degli ultimi 35 velivoli".

E qui la notizia dell'interrogazione, primo firmatario Gianluca Ferrara, depositata il 27 aprile in Senato, firmata da 49 senatori grillini, tra cui il capogruppo Gianluca Perilli e il presidente della Commissione antimafia Nicola Morra.

"Nella mozione si chiede a Guerini una moratoria per 12 mesi delle spese per gli F35 reindirizzando le spese dello scorso anno (759 milioni) e del prossimo (747) per i corpi sanitari di Esercito, Marina, Carabinieri e Croce Rossa".

(Si vada su: https://www.ilfattoquotidiano.it/in-edicola/articoli/2020/04/28/balzo-della-spesa-militare-offensiva-5stelle-sugli-f35/5784236/)

Buchel, la nuova Comiso che rilancia i piani di guerra nucleare limitata in Europa

Nella citata interrogazione c'e' un importante riferimento alla necessita'di "orientare le scelte politiche alle concrete esigenze di sicurezza nazionale, non verso ipotesi di First-Strike nucleare contro Russia o Cina".

Sul Corriere della Sera del 5 maggio (si vada su: https://www.corriere.it/esteri/20_maggio_04/germania-anti-nucleari-governo-atomiche-usa-via-paese-f5fea584-8e43-11ea-b08e-d2743999949b.shtml) troviamo un interessante articolo, firmato da Paolo Valentino, su "atomiche USA via dalla Germania", come richiesto dalla SPD su pressione del movimento antinucleare.

"A lanciare la richiesta e' stato il capogruppo socialdemocratico al Bundestag, Rolf Mutzenich, (citando) l'imprevedibilita' di Trump, il quale ha detto chiaramente che i sistemi nucleari sono armi con cui si può' combattere una guerra".

La posizione della SPD "oltre che dalla Linke, e' condivisa dai Verdi, nonché da una maggioranza dell'opinione pubblica".

Torna attuale, in forme nuove, il dibattito che caratterizzo' la crisi degli euromissili degli anni '80, nel momento in cui, scrive Valentino, "la Germania deve mandare in pensione gli obsoleti Tornado, i cacciabombardieri capaci di trasportare testate atomiche.

La ministra della Difesa, Annegret Kramp-Karrenbauer, ha proposto come soluzione ponte l'acquisto di 93 Eurofighters e di 45 Hornet F/A-18, prodotti dalla Boeing, meno moderni ma anche meno costosi degli F35, in attesa che vada a regime il progetto del caccia franco-tedesco di ultima generazione, già lanciato dai due governi. Il costo è comunque di molti miliardi di euro. Ma i socialdemocratici si oppongono a ogni aumento della spesa militare, nonostante Berlino resti ancora lontana dall'obiettivo del 2% del Pil, l'impegno comune preso da tutti i Paesi della Nato".

Buchel in Germania e' la nuova Comiso: il primo sito in Europa in cui verranno installate le B61-12 (come nella cittadina siciliana all'inizio degli anni '80 vennero dispiegati i Cruise montati sui TEL).

Vi e' un appello del movimento pacifista tedesco a tenervi un campo internazionale dal 13 al 22 luglio, che cosi' espone il suo background politico, militare e aziendale:

"Nonostante la fine della guerra fredda, circa 20 bombe nucleari statunitensi sono ancora dispiegate in Germania. I piloti tedeschi sono entrambi addestrati e obbligati a decollare con queste bombe nei loro bombardieri da combattimento Tornado e, se gli ordini provengono da un presidente degli Stati Uniti attraverso la NATO, per usarli sui loro obiettivi. Questo terrificante piano di guerra della NATO fa parte dell '"accordo di condivisione nucleare" tra Stati Uniti e Germania e include un'opzione di primo colpo. La NATO chiama questa proliferazione nucleare "condivisione del potere e degli oneri". Inoltre, esercitazioni nucleari vicino al confine russo est-europeo - l'ultimo è stato chiamato in codice "mezzogiorno costante" - con decine di migliaia di soldati e importanti movimenti di pesanti attrezzature militari.

Queste armi termonucleari dovrebbero essere sostituite da una costosa, nuova bomba nucleare a guida di precisione chiamata B61-12. Tre laboratori americani - Los Alamos e Sandia nel New Mexico; Lawrence Livermore in California - progettarono la B61-12 e le parti furono realizzate nel complesso Y12 nel Tennessee, nello stabilimento di Kansas City nel Missouri e a Sandia. L'assemblaggio finale avrà luogo a Pantex, in Texas. I principali appaltatori sono Boeing, Lockheed-Martin, Honeywell e Bechtel. La FAS (Federation of American Scientist) riferisce che le circa 150 B61-12 previsti per l'Europa costeranno almeno $ 25 milioni ciascuna".

Per prendere parte alla manifestazione basta scrivere a: <mariongaaa@gmx.de>; o prendere contatti tramite il sito Web: <www.buechel-atombombenfrei.de>.


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