CULTURA DELLA PACE

La nonviolenza al tempo del coronavirus

a cura di Maria Elena Bertoli - Centro Gandhi Edizioni

Il quaderno Satiagraha n. 37 - in circolazione da questo giugno - si propone come un contributo, da parte di 15 autori e studiosi della nonviolenza, ad un patto educativo globale promosso da Papa Francesco "per la custodia della casa comune".

La curatrice, Maria Elena Bertoli, di Lucca, è studiosa di teologia e filosofia, in particolare del pensiero di Raimon Pannikar, da cui è ispirata nel promuovere il dialogo inter-religioso. Testimonia Rocco Altieri, il direttore dei Quaderni Satiagraha, nella sua presentazione: "E' una amica della prima ora del Centro Gandhi e del Gruppo Franz Jagerstatter di Pisa". Da protagonista della nascita del movimento di Extinction Rebellion ritiene che l'enciclica "Laudato Si'" possa essere di grande ispirazione ai movimenti dell'ecologia profonda con istanze radicali. "Ribellione - spiega Altieri - significa per Maria Elena vivere il Vangelo di Cristo nella sua radicalità".

Tra i contributi segnaliamo quello di Alfonso Navarra su "Ecologia e Disarmo", diviso in tre paragrafi: 1) Carlo Cassola, il disarmo, la preoccupazione per la catastrofe ecologica, l'internazionale dell'Umanità intelligente; 2) i Disarmisti esigenti e la nuova "internazionale della terrestrità: primo passo una rete educativa; 3) Terrestrità e Cosmicità. L'Umanità intelligente progredisce verso l'Ecocene.

Gli altri contributi sono di Anna Mahjar-Barducci, Ermete Ferraro, Marco Anfosso, Sophie Ott, Ivonne Vergara, Max Strata, Antonino Drago, Marco Deriu, Giovanna Pagani, Raffaello Saffioti, Francesco Pistolato, Maria Teresa Pacilè.

Per richiedere una copia a 20 euro: centro@centrogandhiedizioni,com

 

I Partigiani con la Resistenza consegnarono all'umanità la possibilità di continuare a esistere

25 Aprile: 

la Liberazione

verso il futuro

Attuare oggi i principi dell'Antifascismo e delle Costituzioni nate dalla Resistenza Partigiana Antifascista è quanto mai indispensabile, imprescindibile e importante perché le ingiustizie e gli orrori delle guerre oggi continuano a mettere a dura prova il pieno senso della vita

di Laura Tussi e Fabrizio Cracolici

l sacrificio e l'esperienza dell'unità antifascista sancirono un patto costituzionale tra gli esseri umani in un prima e in un dopo gli orrori e le atrocità provocati dal regime nazifascista. Attuare oggi i principi dell'Antifascismo e delle Carte e delle Costituzioni nate dalla Resistenza Partigiana Antifascista è quanto mai indispensabile, imprescindibile e importante perché le ingiustizie e gli orrori delle guerre oggi continuano a mettere a dura prova il pieno senso della vita, degli ideali e dei valori a lei ricollegati per il pianeta, per nostra Madre Terra. Oggi viviamo un'emergenza sanitaria grave che è la conseguenza di una serie di stili di vita erronei e di attività dannose e criminose su questo nostro pianeta che non armonizzano l'appartenenza della unica famiglia, la razza umana ad un più complesso sistema di interazione con tutte le forme viventi presenti negli ecosistemi terrestri.

Un virus si è insinuato nel nostro vivere. Un virus che miete vittime e l'essere umano pare essere succube e incapace di agire e reagire. Il ragionamento che dobbiamo fare è il seguente: quanto l'uomo sta devastando il pianeta e sta creando condizioni tali da compromettere equilibri molto delicati?

Nella Storia si sono verificate diverse pandemie, ma fondamentalmente queste si sono sviluppate in momenti di estrema mancanza di condizioni igieniche e in periodi di grandi carestie e guerre. Questo non è il nostro caso. Anche se in molte e troppe nazioni la povertà fa da padrona, certamente la modificazione e la grave alterazione e compromissione degli assetti ecologici e climatici dovuti all'enorme pressione che noi uomini stiamo facendo sul pianeta ha un'influenza nefasta in questa congiuntura epocale, in questo particolare momento storico. Dal messaggio della Resistenza noi dobbiamo trarre lo slancio e la volontà e la dedizione che l'essere umano ha saputo attuare al fine di non autoestinguersi. Il pensiero e il grande monito che oggi dobbiamo rivolgere ai potenti del mondo è quello di invertire la rotta, come continua a denunciare la giovane Greta Thunberg.

I messaggi che noi dobbiamo lanciare, le risposte che dobbiamo pretendere sono: mai più guerre; mai più fame e il rispetto per nostra Madre Terra che oggi più che mai soffre. E noi esseri umani dobbiamo difendere e tutelare nostra Madre Terra dalla distruzione dovuta alla possibile guerra nucleare, ai dissesti climatici, alla disuguaglianza sociale globale. Rinnovare i modelli di sviluppo, ripensando i modelli di interazione col pianeta, salvare le foreste, utilizzare tecnologie che non abbiano impatto sul pianeta: queste sono priorità per l'ecosistema globale. Non c'è più tempo e noi dobbiamo attivarci affinché avvenga una rigenerazione. Noi, in quanto figlie e figli di nostra Madre Terra, dobbiamo essere alleati del pianeta e non nemici o come siamo definiti addirittura "virus per il pianeta ".

Solo tutti assieme possiamo salvarci, in un patto intergenerazionale e transgenerazionale di resilienza e Resistenza: un patto che 75 anni fa è stato giurato con la fine del periodo storico più difficile e terrificante per la storia dell'umanita'. "Mai più guerre!" si gridava alla fine di quella congiuntura nefasta. E ora dobbiamo ancora e con forza e con vigore mettere in atto questo messaggio che l'intera umanità sigli e suggelli un patto affinché il diritto alla pace e la tutela del creato cosmico siano le priorità per uscire da un buio periodo per l'intero sistema vivente. Ora e sempre Resistenza.

Appello: 

NO arsenali, 

SI ospedali

La proposta dei Disarmisti esigenti e di forze e personalità ispirate dalla cultura della Terrestrità e della pace: convertire le spese militari in investimenti per la salute, aderire al Trattato di proibizione delle armi nucleari, ritirarsi dalle guerre neocoloniali in cui siamo coinvolti


Coronavirus: emergenza collegata alla distruzione degli habitat, effetto del riscaldamento globale e delle guerre. Che fare per fronteggiarla? La proposta dei Disarmisti esigenti, di WILPF Italia e di forze e personalità ispirate dalla cultura della terrestrità e della pace: convertire le spese militari in investimenti per la salute, aderire al Trattato di proibizione delle armi nucleari, ritirarsi dalle guerre neocoloniali in cui siamo coinvolt

Emergenza coronavirus: è chiaro che "dopo" la crisi in cui siamo tragicamente immersi ben poco resterà come "prima". E noi, i promotori del presente appello, siamo tra quelli che vorremmo un "dopo" di grande cambiamento in direzione positiva, in cui il "prima" - il malsviluppo dell'accumulazione per il profitto e per la potenza che ci ha condotto alla catastrofe - sia consapevolmente abbandonato.

Questo "dopo" dovrebbe incorporare i valori che, praticati "durante", ci permetteranno di superare nel miglior modo possibile questo difficile momento: dopo anni di chiusure nazionalistiche, di razzismi, di odi e conflitti armati, un senso di solidarietà tra le persone e tra i popoli; dopo l'attacco a tutto ciò che è statale e le privatizzazioni selvagge, una rivalutazione della sfera pubblica e degli interventi programmati da parte governativa; e soprattutto un inizio di consapevolezza della dipendenza e fragilità umana rispetto alle forze della Natura, che deve tradursi in comportamenti individuali e collettivi sobri e prudenti, di rispetto per tutta la comunità dei viventi. L'ecosistema globale sconvolto reagisce e ci attacca con "nuovi" virus, in attesa di colpi ancora più tremendi che verranno da tempeste, alluvioni, siccità, desertificazione, carestie...

Potremmo ora, edotti dalla drammatica esperienza che stiamo affrontando, finalmente percepire che tutti gli esseri umani, articolati nei vari popoli, sono una unica famiglia che appartiene alla Madre Terra e che, come consigliava Martin Luther King: "Dobbiamo imparare a vivere tutti insieme come fratelli, altrimenti periremo tutti insieme come idioti". La componente ecopacifista dell'arcipelago nonviolento, ispirata dai Disarmisti esigenti, e a WILPF Italia, membri della Rete ICAN (Campagna Internazionale per l'abolizione delle armi nucleari), premio Nobel per la pace 2017, sulla base di questi presupposti di convivenza e collaborazione pacifica universale, propone che si inizi la conversione del sistema militare anche per sostenere le spese sanitarie urgenti necessarie per sconfiggere l'epidemia in corso, evitando la catastrofe.

L'apparato militare-industriale-fossile-nucleare è la principale causa delle minacce che incombono sull'umanità tutta: in primis il pericoloso intreccio tra minaccia nucleare e minaccia climatica in sinergia con la disuguaglianza economica e l'oppressione le cui vittime sono in crescita esponenziale a partire da donne, bambini e i soggetti fragili. E' necessario, allora, che le risorse pubbliche ad esso destinate comincino a essere dirottate verso un serio "Green New Deal", una conversione ecologica dell'economia, uno stop all'accumulazione illimitata e un focus sui bisogni umani e di salvaguardia dell'ambiente, realizzante la piena occupazione; un ecosviluppo che vede tra i suoi pilastri anche una sanità pubblica messa in grado di fronteggiare emergenze come quella terribile da coronavirus.

Come richiesta urgente per l'Italia, proponiamo in particolare che le spese militari, a partire da quelle incostituzionali degli F35 e dei sistemi d'arma offensivi, siano dirottate subito verso misure sanitarie a beneficio della vita e della salute dei cittadini. Reiteriamo la richiesta che l'Italia ratifichi il Trattato di proibizione delle armi nucleari, contribuendo alla sua entrata in vigore. E' mai possibile - non possiamo non chiederci - che una maggioranza al governo che ha votato per questo Trattato al Parlamento europeo poi si sottragga a questo impegno in Italia permettendo che si continuino a buttare soldi per mantenere le bombe atomiche USA in Europa (e sul nostro territorio)?

Nel mondo sono in corso varie guerre con dreammatiche conseguenze umanitarie ed ambientali, di cui tre proprio di fronte al nostro balcone mediterraneo: Siria, Yemen e Libia, questa ultima che vede più direttamente implicata l'Italia, a difesa dell'ENI, in intricatissime partite geopolitiche con il petrolio e le altre risorse energetiche come posta principale. Dal punto di vista dell'epidemia queste guerre potrebbero essere devastanti, come a suo tempo lo fu la famigerata influenza "spagnola". Qui citiamo le parole dell'illustre infettivologo Aldo Morrone, direttore del San Gallicano: "Se ci fosse una vera volontà di contrasto dell'epidemia bisognerebbe partire da un immediato stop alle guerre, da un immediato riconoscimento del diritto alla mobilità dei migranti e dei rifugiati, in sicurezza. Non è una fissazione pacifista ma una necessità scientifica".

Ascoltiamo queste parole e decidiamo di ritirarci unilateralmente da queste guerre e di revocare le missioni militari all'estero. Sosteniamo l'alternativa della difesa civile non armata e nonviolenta promuovendo in particolare i corpi civili e le ambasciate di pace. Orientiamo fondi pubblici verso la riconversione produttiva della industria bellica verso il settore civile: non bombe e cannoni ma, ad esempio, i ventilatori e le attrezzature mediche di cui abbiamo tutti bisogno. Ricordiamo il celebre adagio del mai dimenticato Presidente partigiano Sandro Pertini: "Si svuotino gli arsenali di guerra portatori di morte, si colmino i granai sorgenti di vita per milioni di persone che soffrono".

FIRMA QUI

Da Peacelink.it. Primi firmatari: Alex Zanotelli - Mimmo Lucano - Moni Ovadia - Luigi Mosca - Michele Carducci - Adelmo Cervi - Marino Severini - Antonella Nappi - Sabina Santovetti - Tiziano Cardosi - Adriano Ciccioni - Tonino Drago - Giuseppe Farinella - Angelo Gaccione - Renato Napoli - Oliviero Sorbini. Coordinamento politico-organizzativo: Alfonso Navarra, Fabrizio Cracolici, Laura Tussi - Disarmisti Esigenti, promotori di XR PACE (cell. 0039-340-0736871 email alfonsonavarra@vrgilio.it)- Antonia Sani - Giovanna Pagani - Patrizia Sterpetti - WILPF Italia


Intervista per un progetto:

Riflessioni e azioni per nostra Madre Terra

L'internazionale della Educazione alla Terrestrità a partire dalla Campagna per l'abolizione delle armi nucleari ICAN

di Fabrizio Cracolici e Laura Tussi

ANPI sezione Emilio Bacio Capuzzo Nova Milanese (Monza e Brianza)

con l'approvazione di padre Alex Zanotelli

La Campagna Internazionale per l'abolizione delle armi nucleari:

ICAN - ha una sua rete in Italia. I Disarmisti Esigenti (www.disarmistiesigenti.org) sono membri di questa rete internazionale che comprende 500 organizzazioni in 100 paesi. La coalizione ha lanciato una proposta in Italia per approfondire ed estendere l'adesione di questa campagna che può ottenere a livello mondiale l'abolizione giuridica delle armi nucleari: un canale video YouTube dal titolo "Siamo tutti premi Nobel per la pace con Ican".

Si vada su:

https://www.youtube.com/channel/UCFWikKgRr7k21bXHX3GzE9A

Una intervista di Alfonso Navarra, portavoce dei Disarmisti esigenti, lancia ora la proposta all'interno di questo canale video dedicato a promuovere ICAN, di una iniziativa molto collegata agli obiettivi e alle finalità della nostra campagna disarmista. 

Qui trascriviamo il parlato di questa intervista registrata, rinvenibile alla URL: https://www.youtube.com/watch?v=x1SxjoRDOGc&t=84s

"Vogliamo proporre (in questo canale video - ndr) una sezione dedicata all'educazione alla Terrestrità.

Cosa c'entra l'abolizione delle armi nucleari con l'educazione alla terrestrità? Nell'abolizione giuridica delle armi nucleari abbiamo due concetti fondamentali: un rivolgersi a una sfida comune dell'umanità che deve costruire una società di pace attraverso il disarmo; e anche la necessità che questo obiettivo sia riconosciuto all'interno della cornice giuridica internazionale: il diritto internazionale. Quello che Papa Francesco propone come 'nonviolenza efficace'. La frase di Papa Francesco è "la nonviolenza efficace sono i progressi del diritto internazionale". Quindi noi eliminiamo una delle principali minacce che pesano sulla testa dell'umanità, cioè la minaccia della guerra nucleare che può scoppiare anche per caso e per errore, attraverso una codificazione del diritto internazionale. Una istanza che libera tutta l'umanità, intesa come insieme, da una minaccia comune. E la libera anche tenendo presente che la minaccia nucleare si intreccia con l'emergenza climatica. L'educazione alla Terrestrità è un nuovo concetto che diamo a questa umanità come famiglia unica. Questa umanità come famiglia unica la vediamo come collegata a un'interconnessione organica con la natura e la madre terra. Quindi Terrestrità. Noi siamo figlie e figli della terra e dell'evoluzione naturale. Da qui lo slogan positivo "Non è la terra, il pianeta, che appartiene all'umanità ma è l'umanità che appartiene alla terra". E' un internazionalismo ecologico di tipo nuovo quello che proponiamo che è implicito in quello che porta avanti la campagna per l'abolizione delle armi nucleari. Cioè l'umanità come unica famiglia e parte della natura.

Il fatto che vogliamo che questo concetto sia codificato nel diritto internazionale, che la terra è nostra madre e noi apparteniamo a essa, e non il contrario, significa che anche l'umanità non può essere padrona della terra come bene comune, come proprietà comune e privata, obbliga e impone un diritto, una responsabilità, un dovere all'umanità: il dovere di rispettare l'ecosistema globale e gli ecosistemi particolari. Avere il concetto della Terrestrità, cioè dell'umanità che appartiene alla terra, ha conseguenze pratiche. Ossia fonda culturalmente il dovere dell'umanità di rispettare equilibri ed ecosistemi che hanno una consistenza indipendente e autonoma. È un nostro dovere non alterare questi cicli e equilibri.

Il diritto internazionale deve codificare tutto questo.

Già questo è in nuce. Perché quest'idea non nasce dal nulla, ma è un'idea che cogliamo nello spirito del tempo, nelle lotte di tutti i movimenti alternativi di questi anni: i movimenti ecologisti e ambientalisti, i nuovi movimenti che stanno nascendo sull'onda dell'emergenza climatica. Ma è anche un'idea in nuce in quelle che sono le concezioni, le carte e i trattati che la stessa Organizzazione delle Nazioni Unite ha approvato.

Vogliamo incardinare nel diritto internazionale un nuovo trattato: il trattato per la proibizione delle armi nucleari che entrerà in vigore quando 50 Stati lo ratificheranno, attualmente siamo a 30 ratifiche.

Ma ci sono tanti altri trattati: la carta della terra, l'agenda Onu 2030 per lo sviluppo sostenibile, il diritto alla pace, che rientrano in questo spirito che nasce da come la stessa ONU - Organizzazione delle Nazioni Unite ha avuto origine. Figlia del trauma della seconda guerra mondiale, un trauma sanguinosissimo in cui abbiamo visto dove portano i sovranismi e i militarismi concepiti nella loro espressione e concezione più brutale. Da questo trauma, da questi 65 milioni di morti è nata una reazione, sono nati i principi come la dichiarazione universale dei diritti umani, le carte dei diritti sociali e ambientali che possono portare all'idea di un diritto internazionale che fonda una comunità degli Stati che si legittima per il rispetto dei diritti dell'umanità e della natura.

Non la sovranità assoluta degli Stati, che attualmente è un avversario culturale, come i sovranismi, i Trump, i Johnson, i Putin, gli Erdogan, con i loro slogan negativi ossia prima i russi, prima gli americani, prima gli italiani, prima i turchi eccetera. Questo rappresenta lo Stato visto come elemento fondante della regola dei rapporti internazionali che poi diventa diritto della forza degli Stati.

Noi vogliamo invece una comunità internazionale in cui la forza del diritto prevalga sul diritto della forza e che le organizzazioni politiche siano legittimate perché rispondono, devono regolare e attivare quelli che sono i diritti fondamentali e originali, appunto fondativi e istituenti, i diritti dell'uomo già stabiliti nella dichiarazione del 1948, altri diritti sociali, ambientali e quelli nuovi, i diritti delle nuove generazioni, dell'umanità in quanto unica famiglia e i diritti indipendenti della natura da cui nasce il dovere di rispettare gli equilibri: tutti questi diritti vanno codificati. Quindi la legittimità negli Stati non è assoluta. Gli Stati sono organizzazioni che devono essere al servizio dell'attuazione di queste istanze e devono costituire una comunità armonica. Questo il discorso del progetto della 'nonviolenza efficace'.

È un progetto che significa un'idea da proporre ai popoli del mondo per combattere la visione subculturale che attualmente rischia di portarci alle esperienze vissute nella seconda guerra mondiale.

E' proprio con le carte dei diritti, con l'idea della costituzione mondiale dell'ONU, che vogliamo perfezionare partendo da queste campagne, i tanti risultati che ha conquistato la società civile. Dunque vogliamo continuare, con l'impegno che prodighiamo in queste istituzioni.

Personalmente ero alla conferenza del 2017 dell'ONU che ha votato il trattato di proibizione delle armi nucleari e ho partecipato alle varie conferenze Cop sul clima. Quindi siamo la società civile internazionale, ma dobbiamo riuscire a mobilitare sulle emergenze nucleari e climatiche i popoli e la gente comune. Si presenta un grande risveglio di mobilitazione e di coscienza. Stanno nascendo movimenti nuovi, di respiro mondiale come Fridays For Future, Extinction Rebellion; sono movimenti che vogliono esprimere una ribellione contro un sistema che ci sta spingendo verso il baratro. Per questo motivo dobbiamo unire questa modifica, questa trasformazione democratica dell'organizzazione sovranazionale del diritto internazionale con la mobilitazione della gente, dei popoli plurali. E per far questo dobbiamo approfondire i vari elementi e argomenti della cultura della Terrestrità; uno è quello della politica, della democrazia internazionale di pace. Ma poi anche il discorso di come organizzare la conversione ecologica del mondo e come l'economia dobbiamo subordinarla alla conversione ecologica. Un'idea è il Green New Deal. Occorre dare concretezza alla conversione ecologica. Sul sole 24 ore: titoloni sui finanzieri che stanno studiando la svolta dell'economia e del capitalismo verde.

Dobbiamo discutere sull'organizzazione dell'economia, subordinata all'ecologia su bisogni e meccanismi completamente diversi. Poi dobbiamo intervenire sul discorso della cultura, nel senso del rapporto dell'oppressione della donna, e come la donna si collega con la rivoluzione culturale della Terrestrità: il femminismo e l'ecofemminismo.

Infine il discorso sulla pedagogia della Terrestrità, della democrazia cognitiva; come andiamo a controllare gli aspetti critici e problematici dello sviluppo scientifico e tecnologico che possono portare a sbocchi negativi. Si parla di transumano e postumano, cioè di schiavizzazione dell'uomo rispetto a logiche meccaniche e macchiniche e agli algoritmi dell'intelligenza artificiale. Quindi non abbiamo soluzioni, vogliamo costruire una rete in cui queste problematiche siano proposte globali e siano discusse e in cui i vari soggetti costituenti che si occupano dalla memoria del passato fino alla nonviolenza, facciano un salto di qualità e discutano di queste problematiche in tale orizzonte globale che è l'unica alternativa all'egemonia culturale del sovranismo militarista che è organizzato e ha slogan negativi e quindi tutti noi dobbiamo rispondere con la forza delle idee".

***

Noi dell'ANPI di Nova Milanese, tra i costituenti della coalizione dei Disarmisti esigenti, abbiamo deciso di collaborare con entusiasmo e con un apporto autonomo di competenze e di idee a questo progetto cosi' bene espresso dall'intevista di Alfonso Navarra, che ne è l'ideatore originario ed il primo sviluppatore.

Ricordiamo che tra i Disarmisti esigenti è stato concordato che la Rete di Educazione alla Terrestrità intende, come primo passo, contrapponendo valori e idee alla deriva sovranista, militarista e "cattivista", e coordinandosi con la "Carta della Terra UNESCO", promuovere e valorizzare esperienze formative ed educative riconducibili al valore di una cittadinanza universale in simbiosi con la Natura.

Dopo aver visionato la nostra presentazione video (vedi link sopra indicato https://www.youtube.com/channel/UCFWikKgRr7k21bXHX3GzE9A) e dopo aver dato l'adesione al nostro progetto, possibilmente con un intervento video registrato da parte vostra, proponiamo che il primo atto in cui voi date corpo alla Rete sia, appunto, quello di collaborare alla sezione TV che, come Disarmisti esigenti, abbiamo aperto su YouTube .

Potreste, in aggiunta al vostro breve intervento motivato di adesione, spedirci del materiale video che avete già pronto sulle problematiche che abbiamo tratteggiato (vedi lettera su www.disarmistiesigenti.org); materiale che, a vostro giudizio, ritenete possa rispondere con taglio didattico alla domanda su come oggi si può essere cittadini del mondo per la pace nella società umana e tra la società umana e la Terra.

In seguito, possiamo e dobbiamo pensare insieme altri passi successivi. Nella consapevolezza che abbiamo da rimboccarci le maniche per aprire il confronto, per offrire varie e plurali declinazioni del progetto della terrestrità e dei percorsi culturali che possano farla crescere: visione comune in grado di orientare la convergenza dei movimenti alternativi al sistema antropocida ed ecocida che ci sta conducendo alla barbarie e verso il baratro.

Il nostro contributo originale e specifico di "partigiani dell'ANPI" alla elaborazione culturale implicata dal progetto intende svolgersi lungo due direttrici:

  • la memoria dei movimenti storici che hanno creato le basi culturali in nuce della terrestrità (basterebbe citare Edgar Morin e Stéphane Hessel ed il loro ruolo nella resistenza europea antifascista)
  • L'impegno pedagogico di tipo nuovo che deve rispondere alla domanda: come formare i "cittadini della Terra"?

Vale a dire: come concretizzare la terrestrità in istituzioni e pratiche didattiche nuove? E come influenzare le istituzioni educative attuali perché siano contagiate (in senso buono!) dalla cultura della pace del XXI secolo?

Non abbiamo le risposte gia' belle e pronte e per questo motivo contatteremo i centri culturali che sentiamo affini e sensibili in questo nostro desiderio di ricerca, di approfondimento, di sperimentazione.

Contattare: coordinamentodisarmisti@gmail.com cell. 340-0736871 www.disarmistiesigenti.org

Note: Nota: Abbiamo telefonato a padre Alex Zanotelli e ci ha riferito la sua totale adesione ai contenuti di questa presentazione ufficiale del Progetto Educazione alla Terrestrità

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